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F.a.q.

Domande:

Per essere volontari sono necessarie particolari competenze specialistiche?
Non è richiesta nessuna competenza tecnica specifica, serve invece credere nella possibilità che attraverso il proprio servizio si possa donare agli altri un po’ di serenità e conforto.

Cosa viene chiesto al volontario in termini di tempo?
Viene chiesto un servizio settimanale di circa due ore continuative da svolgersi normalmente in uno specifico reparto dove siamo presenti come volontari.

Cosa fanno in pratica i volontari?
Stanno vicino ai pazienti e ai loro familiari e attraverso l’ascolto empatico e il dialogo cercano di alleviare le ansie e le tensioni che il ricovero ospedaliero può comportare.
Vengono svolti anche semplici servizi quali ad esempio imboccare chi ne ha bisogno, accompagnare nella deambulazione o svolgere piccole commissioni.

Che rapporto c’è con il personale ospedaliero/case di riposo? Siamo riconosciuti?
Il nostro intervento non è in alcun modo sostitutivo a quello del personale sanitario e i nostri rapporti con loro sono improntati al rispetto ed alla collaborazione reciproca.
I volontari AVO sono riconosciuti dalle strutture sanitarie in cui operano e prestano il loro servizio attraverso una convenzione stipulata con le stesse.

Dopo i sei mesi di tirocinio divento volontario effettivo. Cosa cambia?
Nulla in termini di servizio che potrò però svolgere anche da solo se necessario. Nei riguardi della vita associativa posso invece acquisire lo status di socio che mi permette di partecipare all’elezione degli organi associativi e spendermi in prima persona nell’organizzazione del gruppo.

Se occasionalmente non posso prestare il mio servizio (es. turni di lavoro, impegno imprevisto, malattia figlio,..) come mi devo comportare?
La costanza nel servizio è un requisito fondamentale per il volontario. Un’eventuale assenza durante il periodo di tirocinio deve essere preventivamente comunicata al proprio tutor. Quando si diventa volontari effettivi l’assenza va comunicata al proprio responsabile di reparto che provvederà ad una eventuale sostituzione per evitare che il servizio generale ne possa risentire.

A chi devo far riferimento nel mio periodo di tirocinio?
Per ogni necessità o difficoltà il riferimento per il tirocinante è il proprio tutor.
Il tutor farà da tramite con il responsabile di reparto e il consiglio direttivo.

Se non mi trovo bene con il mio compagno di servizio come mi devo comportare?
Ogni comunicazione in tal senso deve essere fatta quanto prima al proprio responsabile di reparto.

Se durante il percorso di volontariato mi accorgo che questo tipo di servizio non fa per me, come mi devo comportare?
Per agire in modo efficace ed utile il servizio AVO è necessario essere sinceri e trasparenti con se stessi e con l’associazione a riguardo di ciò che si sente e si vive all’interno dell’attività. Essendo un servizio basato sul dono gratuito e volontario del proprio tempo, ognuno deve sentirsi pienamente libero di decidere se aderirvi o meno, essendo coscienti che la motivazione che spinge ad impegnarsi in quest’ambito può mutare nel tempo. Da parte dell’associazione vi è piena accoglienza di ogni decisione del volontario al quale si chiede solamente la responsabilità di comunicare quanto prima tale scelta.

Cos’è l’Avo Giovani?
All’interno dell’Associazione AVO, i giovani, oltre a svolgere il proprio servizio come ogni altro volontario in un determinato reparto, sono riuniti in un gruppo denominato “AVO GIOVANI” che si occupa soprattutto di promuovere iniziative inerenti la vita associativa a supporto degli organi direttivi e di proporre momenti di confronto e di dialogo tra i giovani stessi e gli altri volontari.

Il corso di formazione base è obbligatorio? Anche per gli autisti?
Chiunque voglia aderire alla nostra AVO e svolgere il servizio, deve partecipare al corso di formazione che si svolge con cadenza annuale tra i mesi di febbraio e marzo.
Il Corso è obbligatorio per tutti i volontari.
Nel caso del gruppo autisti, data la specificità del servizio svolto rispetto a quello tradizionale dell’Associazione, i volontari possono iniziare l’attività anche senza aver preventivamente frequentato il Corso base ma devono però partecipare al primo corso utile.

Come è strutturato l’AVO?
L’AVO locale si configura come una Associazione no profit, iscritta al registro regionale delle Associazioni di volontariato. E’ diretta e coordinata da un consiglio direttivo eletto dai volontari soci. Il consiglio direttivo rimane in carica tre anni ed è composto da cinque membri, tra i quali un presidente, un vice ed un segretario.
Altri organi associativi sono il collegio dei probiviri che dirime eventuali controversie che coinvolgono i volontari ed il collegio dei revisori dei conti che verifica gli atti contabili dell’associazione.

Le riunioni di reparto cosa sono?
Momento associativo importante, legato alla formazione permanente dei volontari, che ha cadenza mensile e nel quale convergono le opinioni, le problematiche ed in generale tutto quello che riguarda la vita del singolo reparto presso il quale presta servizio il volontario. La riunione è coordinata dal responsabile di reparto che si rapporta direttamente con il consiglio direttivo.

Cos’è la FEDERAVO?
E’ la federazione che riunisce tutte le AVO d’Italia e coordina a livello nazionale la vita associativa dell’AVO, fornendo le linee guida che devono caratterizzare l’operare dell’AVO.

Cos’è l’AVO REGIONALE?
A livello territoriale regionale è diretta della Federavo e coordina le sezioni AVO della Regione armonizzando gli interventi formativi e rendendo omogenea l’operatività di tutte le AVO collegate.

Che ruolo ha il responsabile di reparto?
Il responsabile di reparto è una figura primaria dell’associazione, coordina il singolo reparto in cui operiamo come volontari, è il riferimento principale per il volontario del reparto e collabora direttamente con il consiglio direttivo per tutto quello che concerne l’organizzazione ed il servizio del singolo reparto.

Come ci si presenta in reparto?
Il primo biglietto da visita del volontario è rappresentato dal suo aspetto esteriore, inteso come abbigliamento adottato. Il camice che dobbiamo obbligatoriamente indossare, dice molto di noi e del rispetto che dobbiamo a noi stessi e agli ospiti che ci apprestiamo a visitare.
Dobbiamo pertanto essere sempre in ordine ed evitare accuratamente eccessi negli accessori e nel vestiario stesso.

Soprattutto le prime ore di servizio, cosa devo fare?
Devo affidarmi completamente al volontario che mi accompagna ed alla sua esperienza, cogliendo ogni sfumatura dell’intervento che possa divenire nel tempo uno strumento importante per acquisire un mio specifico e personale modo di svolgere il servizio, sempre nell’ambito delle caratteristiche peculiari che il servizio AVO deve garantire.

Posso aiutare i pazienti ad alzarsi, aiutarli a mangiare,..?
Ogni intervento del volontario che comporti un coinvolgimento fisico e pratico rispetto al paziente o all’ospite che incontriamo in reparto, deve essere prima concordato ed autorizzato dal personale sanitario per evitare problemi di qualsiasi natura agli ospiti stessi.

L’AVO è un’Associazione religiosa?
L’AVO è una associazione apartitica e aconfessionale che si ispira e fa propri i valori universali del Vangelo in capo alla solidarietà ed alla gratuità dell’aiuto che deve essere garantita ad ogni persona in difficoltà.
Ogni persona di buona volontà, senza distinzione di razza e di credo religioso, che abbia a cuore il bene comune e faccia propri i principi della solidarietà può entrare a far parte della nostra associazione.